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Un libro sotto l’albero… anche due

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Cacciatori d’arte. I mercanti di ieri e di oggi di Yann Kerlau_Edizioni Joahan & Levy

Visionari, uomini d’affari, spericolati avventurieri con il pallino dell’arte e un’infatuazione infantile per il rischio. Stanare i van Gogh di domani è l’ossessione che da sempre spinge i mercanti più intrepidi a battere strade ignote rastrellando studi e scommettendo tutto su pittori incompresi o troppo in anticipo sui tempi. In anni recenti, tuttavia, la truffa dei falsi che ha mandato alla rovina una delle più rispettabili gallerie newyorkesi, Knoedler, ha messo allo scoperto il marcio di una professione che può presto degenerare in becera speculazione.

Yann Kerlau narra la folgorante ascesa e le alterne vicende di alcuni fra i più celebri cacciatori di artisti dall’Ottocento ai giorni nostri: dal primo fervido sostenitore degli impressionisti, Théodore Duret, fautore di quel giapponismo cui Gauguin, van Gogh e Monet saranno tanto debitori, a Paul Durand-Ruel, che poco dopo spalanca ai “rifiutati” le porte del mercato americano; da un fuoriclasse nella tattica delle vendite come l’indolente Ambroise Vollard, allo scaltro Daniel-Henry Kahnweiler, divenuto il mercante di Picasso nonostante un esordio poco promettente, fino all’eccentrica Peggy Guggenheim, l’ereditiera americana che con l’aiuto di consiglieri d’eccellenza scova gli artisti più all’avanguardia per la sua galleria newyorkese. Giunti ormai ai giorni nostri, è il turno di un pubblicitario consumato come Charles Saatchi, approdato all’olimpo dell’arte elevando l’artista a marchio di fabbrica, e di un cinico self-made man come Larry Gagosian, che con un occhio ai conti bancari e l’altro alle sale d’asta conduce i purosangue della sua scuderia alla conquista di un impero multinazionale. Sette ritratti a tutto tondo, ognuno a suo modo specchio della propria epoca. Altrettante varianti su un mestiere praticato con il fiuto necessario alla ricerca non più del bello, ma di quella gemma rara che si cela in ogni opera d’arte. Un’epopea strabiliante in cui eccessi, ardori e follie dei protagonisti tingono il racconto di una dimensione eroica e romanzesca.

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Piccolo elefante cresce di Sesyle Joslin_Edizioni Orecchio Acerbo

Come affrontare l’oscurità che dai muri della stanza s’insinua persino tra le lenzuola? Grande abbastanza per far i conti con le proprie paure, stanotte il Piccolo Elefante ha deciso di accettare la sfida. Dormirà da solo. È più che determinato, ma sa che deve prepararsi per bene. Fatta un’abbondante cena, sceglie con cura come vestirsi. Il mantello dello zio, il cappello del nonno e le scarpe del padre, per avere il coraggio dei grandi. Una spada e una lanterna, per vincere le ombre che da fuori s’insinuano nella stanza. E, naturalmente, l’inseparabile orsacchiotto. Ora sì che è pronto per affrontare l’oscurità, e fare della notte la sua notte! Nulla più lo trattiene, se non il bisogno di abbracciare tutti i famigliari. Preziosi accompagnatori nella vita quotidiana, questa volta lo saranno solo col pensiero. E questa prima notte da solo sarà il suo primo passo nel mondo, passo che aprirà la strada a una molteplicità di prime volte.

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Pina Baush. Una santa coi pattini a rotelle a cura di Leonetta Bentivoglio _Edizioni Clichy

Si può dire, senza rischio di esagerare, che nella geografia delle arti contemporanee esista un prima e un dopo Pina Bausch: con la sua originale «poesia del mondo», quest’autrice fuori dal tempo e dalle mode (dal ruolo d’iconoclasta finì per approdare, nel nuovo millennio, a quello di consacrata regista-coreografa), ha terremotato il panorama delle arti dal vivo. Non solo ha affrancato il balletto dalle seduzioni dell’apparenza, restituendo al corpo un’inedita «loquacità esistenziale», nel senso di facoltà d’indagare i paesaggi più profondi e oscuri dell’essere; ma ha identificato, al di là della danza (il discorso riguarda, più in generale, l’essere in scena davanti agli altri), una zona di comunicazione in grado di toccare nuclei di ricettività presenti in ciascuno di noi e comprensibili in ogni latitudine del globo, a prescindere da consuetudini culturali.

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Una volta. Wim Wenders_Edizioni Contrasto

Una volta è il libro del maestro del cinema Wim Wenders, pubblicato per la prima volta nel 1993, e ormai fuori catalogo da tempo. Presenta più di trecento fotografie di Wenders disposte per sequenze e accompagnate da sessanta piccole storie, scritte dal regista stesso, che iniziano tutte con il medesimo incipit: “Una volta”.
Il libro è introdotto da un nuovo testo di Leonetta Bentivoglio, seguito da un lungo dialogo fra la giornalista e Wim Wenders, in cui i due ragionano dei temi legati ai legami tra le immagini e le parole, al cinema, ai viaggi, all’amore e alla solitudine.
Seguono sessanta storie, in cui si alternano testi e fotografie, che dialogano tra loro in un viaggio straordinario attraversando paesi differenti. Attraverso questo viaggio l’autore ci fa incontrare, prestandoci i suoi occhi e le sue parole, personaggi del calibro di Godard, Kurosawa, Handke, Scorsese e Coppola. I luoghi e i volti fotografati da Wenders e raccolti nel libro Una volta, anticipano o corrono paralleli ai fotogrammi dei suoi film, ma in alcuni casi costituiscono un autonomo nucleo narrativo, materia di cinema così come di semplice racconto.
Le storie del volume sono brevi istantanee narrative, reliquie del presente o rovine del nostro tempo che non custodiscono memoria né portano tradizione, alcune sono già rovina dalla nascita, come certi interni di locali lungo le highways, o il Dakota con le ali smontate o i drive-in abbandonati che incontriamo sfogliando le pagine del volume. Wenders ci mostra il paesaggio della nostra epoca, luoghi e situazioni dove viviamo i nostri rapporti con gli altri e dove ambientiamo i nostri sentimenti.

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L’elenco telefonico degli accolli di Zerocalcare_Edizioni BAOpublishing

Seconda raccolta del blog zerocalcare.it, L’elenco telefonico degli accolli contiene 45 pagine inedite nelle quali il popolarissimo fumettista di Rebibbia riflette sulle responsabilità che derivano dal successo e sull’impossibilità di essere all’altezza delle aspettative degli altri. Dolceamaro, come è nel suo stile più intimo, Zerocalcare si racconta ripercorrendo le storie degli ultimi due anni del blog, tra cui le ormai classiche “Salva ogni cinque minuti”, “Quando muore uno famoso”, “I litigi su internet” e “Il demone della reperibilità”.

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