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30 Set 2024

C’era una volta ed era celeste

Per il ciclo PICCOLI EDITORI GRANDI ARTISTI siamo lieti di presentare C’era una volta ed era celeste di Elena El Asmar (La vita felice, 2024)

Insieme all’autrice ed artista interviene Pietro Gaglianò.

Come scrive Pietro Gaglianò, «al cuore del lavoro di El Asmar si annoda una sfida tra la facoltà immaginativa della memoria (la sua irriverente, incontrollata abilità trasformativa) e lo sforzo compiuto dal pensiero, dalla mano dell’artista per restituire una forma riconoscibile a queste immagini. Elena ha descritto il proprio lavoro come una pratica della mente: L’esercizio del lontano, un compito di ricostruzione e svelamento in cui la memoria è assieme compagna solerte e antagonista. Il “Lontano” è un paesaggio mediorientale sospeso in una figurazione fiabesca che precipita nella sostanza ordinaria della materia o si scontra con le cornici e con gli scenari colonizzati dalla cultura europea. Gli arazzi, i disegni, la scultura, così come gli altri lavori di pittura, incisione e installazione, recano tutti l’impronta di questo conflitto. È esemplare la serie di acquerelli inediti, Baalbek: nello stesso titolo si trova la plurimillenaria storia di un insediamento nell’odierno Libano, oggi importante sito archeologico, e l’immaginaria cittadina balneare in Normandia, Balbec, dove il Narratore della Ricerca del tempo perduto di Marcel Proust incontra Albertine, la fanciulla che amerà, tra prigionie, fughe e idealizzazione, fino alla tragedia».

Elena El Asmar è nata a Firenze nel 1978 e vive a Milano.
È tra i fondatori di Madeinfilandia e spazio C.O.S.M.O. (Come Ogni Semplice Movimento Ortogonale) a Milano.
Come scrive Pietro Gaglianò, «al cuore del lavoro di El Asmar si annoda una sfida tra la facoltà immaginativa della memoria (la sua irriverente, incontrollata abilità trasformativa) e lo sforzo compiuto dal pensiero, dalla mano dell’artista per restituire una forma riconoscibile a queste immagini. Elena ha descritto il proprio lavoro come una pratica della mente: L’esercizio del lontano, un compito di ricostruzione e svelamento in cui la memoria è assieme compagna solerte e antagonista. Il “Lontano” è un paesaggio mediorientale sospeso in una figurazione fiabesca che precipita nella sostanza ordinaria della materia o si scontra con le cornici e con gli scenari colonizzati dalla cultura europea. Gli arazzi, i disegni, la scultura, così come gli altri lavori di pittura, incisione e installazione, recano tutti l’impronta di questo conflitto. È esemplare la serie di acquerelli inediti, Baalbek: nello stesso titolo si trova la plurimillenaria storia di un insediamento nell’odierno Libano, oggi importante sito archeologico, e l’immaginaria cittadina balneare in Normandia, Balbec, dove il Narratore della Ricerca del tempo perduto di Marcel Proust incontra Albertine, la fanciulla che amerà, tra prigionie, fughe e idealizzazione, fino alla tragedia».
Ha partecipato a mostre collettive e personali in spazi pubblici e privati, tra cui: Complesso Museale di Santa Maria della Scala a Siena, La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma, CENTRALE for contemporary art a Bruxelles (Belgio), Orlando Museum Of Art a Orlando (USA).

Incontro ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.

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