Primo appuntamento per scripta, la rassegna a cura di Pietro Gaglianò giunta quest’anno alla sua quinta edizione.
Come nelle precedenti edizioni scripta si concentra su un’editoria di approfondimento, spesso al margine dei grossi numeri del mercato di divulgazione, che si sforza di mantenere alto e vitale il dibattito sulla critica, sulle estetiche, sulle forme e sulle politiche dell’arte contemporanea. L’incontro del 20 ottobre, alle ore 18.00 presso la Brac, è con Alessandra Pioselli e il suo “L’arte nello spazio urbano. L’esperienza italiana dal 1968 ad oggi” edito da Johan & Levy.
Intervengono Pietro Gaglianò e Alessandra Pioselli
Arte pubblica: termine che evoca esperienze molto diverse fra loro, dalle operazioni politiche ad altre più ludiche, progetti di trasformazione effimera di luoghi e paesaggi, azioni partecipative, piccoli gesti quotidiani portati all’aperto, forme di esplorazione attiva dei territori. Ma qual è stata la via italiana a questa pratica artistica? Gli artisti hanno seguito molteplici strade reinventando il rapporto con lo spazio e con il pubblico all’interno della dimensione urbana.
Alessandra Pioselli sceglie come punto di partenza il 1968, con il suo peculiare bagaglio critico ed espressivo, e lo colloca sullo sfondo delle vicende politiche ed economiche italiane. Gli artisti escono nella città, contestano, ironizzano, si calano nel sociale e si fanno voce di un’incalzante energia collettiva. Dai temi della lotta per la casa e per il lavoro discende una mappatura fatta di luoghi forse periferici ma nevralgici, di azioni militanti e di riletture “altre” del concetto di bene culturale. Lungo gli anni settanta, poi, il ruolo di animatori quali Enrico Crispolti, Riccardo Dalisi, Ugo La Pietra e altri fa da contrappunto a quello di gruppi come il Collettivo Autonomo di Porta Ticinese o il Laboratorio di Comunicazione Militante a Milano, che declinano in chiave non autoriale il tema della protesta e della militanza: la scultura ambientale si diffonde con una rinnovata funzione civica.
Tramontata la stagione della partecipazione popolare, con gli anni ottanta il fronte si frantuma e si differenzia: nascono i parchi artistici, si diffondono le esperienze di lavoro nei contesti più problematici e delicati, le ricerche sul territorio fanno i conti con la memoria collettiva in modo sempre più emozionale e soggettivo. I gesti, i segni e le relazioni assumono un valore simbolico, semantico: se Maria Lai, nella sua Sardegna, propone azioni collettive di poetica incisività, Maurizio Cattelan gioca con intelligente provocazione a mostrare le contraddizioni di una società multiculturale sempre più complessa. Nuove committenze e nuovi interlocutori, sullo sfondo di una città gentrificata che stenta a riconoscersi come comunità, suggeriscono oggi una rilettura critica del concetto di partecipazione: vero protagonista di questo volume.
Alessandra Pioselli è critico, curatore d’arte contemporanea e direttore dal 2010 dell’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo. È docente di Storia dell’arte contemporanea presso la stessa Accademia e di Arte pubblica presso il Master in economia e management dell’arte e dei beni culturali del Sole24Ore (Milano). Collabora con la rivista Artforum (New York).
Informazioni
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Via dei Vagellai 18/r
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Info: 055 094 4877 info@libreriabrac.net
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